Occorre cominciare a concepirci come l’equipaggio di un solo e insostituibile vascello, che all’infinito naviga in uno sterminato oceano. La nave è vulnerabile, e la sua componente più vulnerabile è costituita dall’equipaggio, la cui sicurezza non può venir messa in secondo piano: perché la solidità e la resilienza di un sistema sono dettate da quelle dell’elemento più fragile.

A confrontarsi nel quarto WebinCatt, in un dialogo serrato, Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni internazionali e direttore dell’Alta scuola di Economia e Relazioni internazionali (Aseri), autore dell’ebook appena pubblicato per Piemme Vulnerabili: come la pandemia cambierà il mondo: tre scenari per la politica internazionale, e Ciro De Florio, docente di Logica e Filosofia della scienza, moderati da Daniele Bellasio, direttore della Comunicazione dell’Ateneo.

«Bisogna essere resilienti, assumere scelte difficili: non è solo un problema di affrontare la complessità ma capire come ricostruire le strutture delle organizzazioni che ci guidano» ha esordito il Rettore, Prof. Franco Anelli, nel saluto introduttivo.

Complessità e vulnerabilità, due termini “distanti” e in antitesi ma che insieme rappresentano bene quest’inedito periodo sconvolto da una pandemia che ha spazzato via tutte le certezze, mettendo a nudo le fragilità dell’uomo contemporaneo.

 

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